Brunello Cucinelli ha fondato nel 1978 un’azienda di moda e design che oggi fattura oltre 1 miliardo di euro (dato 2023).
Il modello imprenditoriale di Cucinelli è fondato sulla tradizione del capitalismo umanista di stampo olivettiano. Un’etica del lavoro che prevede una continua restituzione alla comunità da parte di chi fa impresa con l’attenzione al benessere dei dipendenti come conditio sine qua non per traguardare successi e soddisfare gli azionisti. Questa visione non prevede solo una mera redistribuzione di dividendi finanziari sotto forma di bonus economici (anche): alla base delle decisioni aziendali vi è un’avanguardistica visione imprenditoriale fatta di illuminate e concrete azioni a beneficio dei lavoratori in ambito work-life balance.
Ma Cucinelli non è solo uno dei più noti stilisti italiani al mondo. È anche un appassionato produttore di vino. La sua tenuta “Castello di Solomeo” si trova tra le colline umbre. Rinominato “Borgo del Cashmere e dell’Armonia” è un villaggio dell’Italia medievale “[…] strettamente legato al Foro delle Arti, e si potrebbe dire che tutta Solomeo è un’area dedicata alla cultura, all’arte, alla tradizione, alla storia, alla vita felice”, come si legge nel sito web del castello.
Tra i vini prodotti dall’azienda ci sono varietà come il Grechetto, il Sangiovese e il Sagrantino, uvaggi tipici del territorio dell’Umbria. Le vigne sono coltivate secondo metodi biologici e biodinamici. Le bottiglie, che costano fino a 400 euro, sono prodotte con attenzione, neanche a dirlo, alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente.
In un’intervista rilasciata l’estate scorsa a Gambero Rosso, Cucinelli ha spiegato le motivazioni che lo hanno portato a produrre vini di alta gamma e come il business si innesti perfettamente nella sua filosofia imprenditoriale di produzione di beni di lusso ad elevato tasso di etica e sostenibilità.