Heineken e Bodega lanciano il loro “Boring Phone”

La nuova campagna dei due brand ci ricorda il valore della nostra vita offline

L’era della distrazione. Così è stata definita da alcuni analisti dell’infotainment l’epoca che stiamo vivendo. “Ciò che l’informazione consuma è piuttosto ovvio. Consuma l’attenzione di chi la riceve. Perciò la ricchezza di informazioni crea una povertà di attenzione”, aveva già avuto modo di sostenere Herbert Simon, che vinse il Premio Nobel per l’Economia nel 1978. Gli acceleratori tecnologici del fenomeno della “distrazione di massa” – strumenti dei quali non possiamo più liberarci – sono gli smartphone, il cui mercato ha superato ormai i 7 miliardi di possessori.

In questo contesto si inseriscono Heineken, che non abbisogna di presentazioni, e Bodega, brand di punta della scena della controcultura modaiola made in US. I due marchi hanno avviato una collaborazione lanciando sul mercato una serie limitata (5.000 esemplari) di “dumbphones”, telefoni cellulari con risicate capacità tecnologiche e con un ritorno alle funzioni essenziali (chiamate telefoniche e messaggistica esclusivamente di testo).

La campagna, a cura di LePub, invita il pubblico a riappropriarsi della vita e delle collegate emozioni “reali”, intese come esperienze offline, fisiche e non digitali, invertendo la tendenza sempre più smodata ad essere costantemente connessi e disponibili on-line. Il claim dell’ADV è “Meet the Boring Phone: the phone you need when you don’t need a phone”.

Il dispositivo mobile è stato realizzato da HMD – azienda finlandese produttrice dei telefoni Nokia – e presentato in anteprima alla Milano Design Week 2024.

“Gli smartphone rischiano di essere troppo interessanti, quindi abbiamo voluto progettarne uno noioso” – hanno dichiarato quelli di Bodega in un comunicato che ha lanciato la campagna globale – “[…] Per farlo, abbiamo voluto reinterpretare un’icona culturale del passato che alcuni giovani Zillennials (generazione nata tra i primi anni ’90 e gli inizi dei 2000 che pare soffrire di più della dipendenza da scrolling  ndr) potrebbero non aver mai sperimentato prima d’ora”