
Sostenibilità
Secondo i più disparati e autorevoli produttori di Barolo, il 2022 ha rappresentato un’annata all’insegna della resilienza. I coltivatori sono, di fatti, tutti concordi nell’affermare che l’anno appena trascorso abbia portato con sé tante sfide quante soddisfazioni: “La vite si è confermata una pianta parsimoniosa e con grande spirito di adattabilità. Ha saputo fare fronte allo stress generato dalle condizioni climatiche e ne è uscita rafforzata. Oggi i frutti stanno offrendo sfumature superiori alle aspettative!”.
Mercato
Cresce, come d’altronde fa negli ultimi cinque anni, il fenomeno del vino pugliese, il quale sta mutando le proprie forme verso connotati sempre più di qualità e internazionali. 32 i vini a denominazione di origine controllata e 4 a denominazione di origine controllata e garantita, con addirittura nuovi vini IGP in arrivo. Per non parlare delle esportazioni: solamente un parco 6% della produzione del Sud Italia è destinata all’estero, mentre ben il 90% dei vini pugliesi in bottiglia vengono spediti fuori dai nostri confini nazionali!
Tecnica
Più volte abbiamo trattato del caso dell’Armenia, culla della tecnica enologica. Nonostante il vino armeno esista da millenni, solo recentemente sembra esser riuscito ad attirare l’attenzione degli intenditori di tutto il mondo. Lo Stato ospita la grotta di Areni-1, un sito scoperto solo negli ultimi anni e risalente ad almeno 7000-6000 anni fa. L’Armenia ospita anche 100 varietà di uve autoctone, tra cui l’Areni Noir, solo da poco valorizzate anche grazie al lavoro di boutique specializzate, sorte un po’ ovunque.
Tecnologia
È innegabile che la richiesta dei drink non alcolici sia in ascesa. Per fortuna la tecnologia sembra esser pronta a correr incontro alle richieste del mercato e alle relative esigenze dei produttori. Come nel caso della ABV Technology, casa madre di un’importante apparecchiatura ormai presente in un terzo dei birrifici di tutto il Minnesota. Si tratta di una speciale tecnologia in grado di rimuovere l’etanolo da birra e vino già prodotti e ultimati, facendoli rimanere sotto quello 0,5% di alcol.
Marketing
Le prime (per fatturato) 25 aziende di vino in Italia nel 2022 hanno scelto ancora Instagram come principale canale social su cui puntare i maggiori investimenti in social media marketing (+20% rispetto all’anno scorso; l’incremento 2021 sul 2020 era stato del 90%) secondo il rapporto “Il gusto digitale del vino italiano”, elaborato da Omnicom PR Group Italia. Pur a fronte di un’importante flessione di investimenti complessivi in comunicazione digitale, il social di Meta per la condivisione di foto e video resta il preferito nel mondo del social media management del vino italiano. Facebook cresce complessivamente di un solo punto percentuale rispetto all’anno scorso (era il 18% in più a fine 2021). Il 50% del campione di aziende ha aperto un canale LinkedIn, 9 cantine hanno un account Twitter attivo e il 25% delle imprese è anche su Tik Tok, il social cinese che sta sbaragliando i competitors per performance e volumi globali. Una notevole accelerata è stata data dall’industria vinicola anche alle piattaforme proprietarie di e-commerce, di cui si sono dotate ormai più della metà delle aziende produttrici. Nell’anno che va concludendosi, il trend marketing più diffuso nel mondo del vino italiano è il “food pairing” con 17 aziende (+183% sul 2021), che hanno investito in campagne social sul metodo di abbinamento che piace proprio a tutti.
Design
Colori psichedelici, lettering casual, libri di adesivi, varianti rinnovate di mascotte, cartoni animati. Questi i 5 trend suggeriti, per il packaging wine&spirits del 2023, dagli esperti del team 99designs. Basta, infatti, affacciarsi in un qualsiasi supermercato o enoteca per rendersi conto di quanto questo settore artistico rivesta sempre più un ruolo di spessore: i professionisti freelance di quest’azienda specializzata, provenienti da 150 Paesi, ci propongono questa colorata previsione per l’anno a venire.
Parbleu!
“Il gusto di saper aspettare”. Ah, i meravigliosi anni ’80. The Macallan ha realizzato un biopic di otto epici minuti per celebrare la leggendaria figura di Janet “Nettie” Harbinson, la donna che nel 1926 ha ideato l’intramontabile single malt whiskey tanto amato da James Bond. “The Spirit of 1926”, questo il titolo del corto con colonna sonora dei Simple Minds, dedicato alla fondatrice della distilleria sorta in un altopiano sopra il fiume Spey nel nord-est della Scozia. Il mini-film è stato scritto da Allan “Shiach” Scott, già creatore e produttore della pluripremiata serie Netflix “The Queen’s Gambit”. Allan Scott negli anni ’70 ha lavorato ai vertici della The Macallan, poi lasciata per seguire la sua passione per la celluloide senza di fatto mai abbandonare quella per lo Scotch whisky, onnipresente nelle sue opere cinematografiche. Jaume Ferras, Global Marketing Manager della iconica distillery scozzese ha dichiarato – che nemmeno Edmondo De Amicis – “Quando si ama ciò che si fa, quando si amano le persone con cui si sta, quando si ama il luogo da cui si proviene e ci si impegna, e si compiono i passi giusti, è allora che si può realizzare qualcosa di grande”. Per la cronaca, la Harbinson nel 1926 ha realizzato quella che a oggi è ancora la bottiglia di vino o liquore più preziosa di sempre: “The Macallan Fine & Rare 1926” è stata battuta per 1,5 milioni di sterline da Sotheby’s nel 2019. Slàinte mhath!
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