
Sostenibilità
Non si tratta soltanto di un’iniezione economica, quella apportata da Leonardo DiCaprio alla casa di champagne Telmont, ma, come sottolinea il CEO della cantina (che vanta 110 anni di storia): “Ci dona una visibilità globale senza precedenti. DiCaprio è uno degli individui più influenti in tutto il mondo, a favore di una terra più verde e della conservazione della biodiversità”. L’attore è divenuto finanziatore, attratto proprio dalle scelte sostenibili apportate da Telmont negli ultimi anni.
Mercato
La crisi ucraina, oltre che alla terribile quanto esecrabile devastazione umanitaria, ha e ha avuto nei suoi antefatti duri contraccolpi anche per quanto concerne il mercato della produzione vinicola. Basti pensare all’annessione russa della Crimea del 2014, dove sono stati persi ben 61.780 acri di vigneti, dedicati soprattutto ai vini semi-dolci e da dessert. Il tutto ha portato a ricalibrare il settore in direzione di vini più secchi, in stile occidentale, soprattutto nella regione della Transcarpazia.
Tecnica
Bere dalla terracotta, una tecnica antica quanto il vino. La mente fa ritorno ai primi rinvenimenti archeologici vinicoli nella regione georgiana (più di 8000 anni fa) o alle caratteristiche anfore greco-romane. Ora, una coppia di giovani ristoratori australiani di origini ciociare, ha deciso di trapiantare nel proprio locale questi servizi “alternativi” e “tradizionali” al tempo stesso: “Mi ricorda di quando ero bambino con i miei nonni. Molti credono che il vino abbia un sapore migliore perché la terracotta viene dalla terra”.
Tecnologia
Ci vogliono all’incirca 75 litri d’acqua per produrre un bicchiere di birra. La problematica birra-sostenibilità è dunque lampante, così come in molti altri settori. Vediamo assieme le tre più recenti tecnologie per produrre birra meno impattante: Un trasporto più oculato: il 20% della traccia di carbonio nella produzione della birra viene infatti dal delivery. Molte app lavorano in questo senso; La “luppolatura” a base lievito: sostituire il costoso luppolo con economici lieviti aromatizzati; Zero emissioni di carbonio: raggiungibili quando un’azienda emette zero o compensa piantando alberi.
Marketing
“Fine wines” è un termine anglofono che sta a indicare i vini di lusso, che rappresentano un ristretto campione (solamente l’1%) della produzione globale. Rivolgendo lo sguardo sulla vicina Lugano, scopriamo che una bottiglia di Romanée-Conti 1985 è stata venduta di recente a ben 900mila euro. Stando ad alcuni dati, i fine wines hanno visto crescere il proprio valore del 147%, con rendimenti annui del 13%. Il tutto favorito, come sottolineano gli esperti, anche da oculate scelte di marketing che hanno puntato molto sul “collezionismo”.
Design
“Dialogo tra eccellenze italiane: vino, moda e design”. Questo il titolo della tavola rotonda organizzata da Vinophila, il primo metaverso nato per promuovere il mondo wine&spirits, il quale unirà un’expo virtuale in un’immersiva realtà 3D a un ricco progetto editoriale. L’incontro si svolgerà giovedì 17 marzo sulla piattaforma Zoom e sarà moderato da Beppe Giuliano, direttore di The Italian Wine Journal. Il tutto sarà coronato da svariati ospiti di prestigio, i quali si scambieranno storie e strategie di successo.
Parbleu!
Come cogliere la “giovinezza” o la “vecchiaia” fra le increspature di un sorso di vino? La facoltà di Enologia di Bordeaux viene in nostro soccorso, fornendoci qualche spunto. Innanzitutto, il colore è l’indicatore più rilevante: inizialmente diviene color mattone, per poi passare al marrone. Se bianco, invece, passerà dal giallo al dorato, sino ad imbrunire. Inoltre, se il vino è “giovane” esalta i sapori primari, ad esempio frutta e fiori, mentre se il vino è “anziano” esalta i sapori secondari, ad esempio burro, caffè, pane cotto. I più invecchiati esaltano addirittura i terziari: terra, funghi, noci, legno.
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