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Sostenibilità

Guidato dalla ricercatrice Paola Perugini, lo spinoff Etichub dell’Università di Pavia, insieme al Dipartimento di Scienze del Farmaco dello stesso ateneo e ad attori locali – tra cui la storica cantina sociale Terre d’Oltrepò – ha avviato un progetto di ricerca di durata biennale per l’estrazione da vinacce e raspi di ingredienti sostenibili e a km zero per l’industria cosmetica. Tra gli obiettivi, oltre a quelli legati alla sostenibilità, il possibile sviluppo di un nuovo settore economico locale.


Mercato

Secondo quanto riportato da Wine Intelligence, i vini low e no-alcohol avrebbero grandi potenzialità di mercato negli USA, soprattutto presso la fascia di consumatori di età compresa tra i 30 e i 35 anni, le cui motivazioni di acquisto vanno dalla necessità di ridurre le calorie ingerite al mantenimento di un maggior controllo. Stiamo parlando di bevande con titolo alcolometrico inferiore al 5% Vol. (in Europa non classificabili come “vini”, fatte alcune eccezioni), che finora negli Usa registrano una domanda nettamente superiore all’offerta.


Tecnica

Guardare gli orange wine con occhi diversi. E gustarli con un palato diverso. In definitiva, cambiare completamente punto di vista. Un bell’articolo pubblicato da Wine Searcher fa una lunga e articolata riflessione sul tema, riportando le esperienze di enologi, produttori ed enotecari e concludendo con la curiosa citazione di Sara Abboth MW: “I vini arancioni della Georgia non sono le sorelle meschine dei bianchi, ma le cugine introspettive dei rossi”.


Tecnologia

Utilizzare i raggi UV per proteggere le piante dalle malattie fungine e ridurre l’impiego di fitofarmaci: è l’idea di UV Boosting, start up francese nata sette anni fa dall’idea di Laurent Urban e Jawad Aarrouf, un ecofisiologo e un fisiopatologo dell’Università di Avignone, che hanno studiato l’effetti degli UV sulla sintesi di acido salicilico nelle piante. Le prime macchine non prototipali, testate dapprima su fragola e vite, sono già al lavoro tra filari di Bordeaux, Borgogna e Champagne.


Marketing

“Senza di te, mi sento come il primo risultato nella seconda pagina di Google”. Vi abbiamo abituato a citazioni ilari rubate a libri in realtà serissimi sul marketing e la comunicazione. Questa è tratta da “SEO & Journalism” di Salvatore Russo e Giulia Bezzi (Hoepli, 2019) e apre il capitolo dedicato al posizionamento dei contenuti digitali nei motori di ricerca. Perché su Google è il pubblico che cerca la notizia, e per essere trovati “non è necessario sporcarsi le mani di codice, ma è fondamentale avere una chiara visione d’insieme”.


Design

È del viticoltore bordolese Jean-Christophe Mauro, proprietario di La Chapelle Bérard (68 ettari di vigneti bio a Saint-Quentin-de-Caplong) l’idea dell’etichetta “A ciascuno il suo“, ispirata da una vignetta pubblicata dal quotidiano Ouest-France in cui sono disegnate siringhe di vaccino anti- Covid pronte per l’uso in diversi Paesi del mondo e, in quella francese, un cavatappi in luogo dell’ago. L’intento è di ironizzare sull’inefficienza della campagna vaccinale, ma il produttore scrive in etichetta: “Rigorosamente da buttare sul ridere”.


Parbleu!

Con la diffusione della legalizzazione della cannabis negli Usa, cresce l’interesse dell’industria del beverage per la produzione di bevande “arricchite” con THC e CBD (acqua, vino e birra compresi). Del resto, un colosso come Constellation Brands ha fatto scalpore nel 2017 investendo nella canadese Canopy Growth, produttrice di cannabis. Il dato su cui riflettere? Come segnala la National Cannabis Industry Association, presso i consumatori statunitensi cresce la convinzione che il consumo di cannabis light sia più sicuro di quello di alcol.


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