
Avete mai pensato a quanto sia facile riconoscere tra mille un dispositivo Apple, un accessorio Sector, una lattina di Pepsi e potremmo stare qui ore ed ore ad elencare moltissimi altri brand che hanno fatto del loro logo un punto di forza e il loro successo.
Distinguersi tra milioni di prodotti presenti sul mercato non è semplice, fare la differenza tra tantissimi altri brand operanti nel proprio settore vuol dire non solo avere le giuste competenze, professionalità e lavorare a livelli qualitativi medio-alti ma anche studiare una giusta strategia di marketing e in questa un ruolo fondamentale assume proprio il logo.
Il logo è lo strumento principale sia per marketing tradizionale che per quello digitale, rappresentando il volto di ogni attività è necessario che venga studiato e progettato in maniera perfetta, al fine di lasciare il segno e permettere ai consumatori di distinguere i prodotti di un’azienda da quelli di tutte le altre.
Cerchiamo ora di capire che tipo di impatto il logo può avere sui consumatori, i vari tipi di logo esistenti, i pro e i contro di ciascuno prestando particolare attenzione al logotipo e al pittogramma.
Il logo: l’importanza e l’impatto che ha sul consumatore
Oltre la metà del cervello di un essere umano è coinvolta nel processo di elaborazione visiva ed è proprio per questo che il logo assume un’importanza preponderante per il successo di un brand, in quanto ne costituisce il segno distintivo. Avete mai sentito parlare di neuromarketing? Ebbene, sembra proprio che il cervello umano percepisca un marchio o un brand per mezzo dello stesso meccanismo psicologico che consente l’identificazione dei volti. È ovvio quindi che più bello e gradevole è un logo, agli occhi del consumatore, più facilmente verrà ricordato. In più sembra proprio che un logo venga anche più facilmente ricordato se è capace di ispirare fiducia e, al tempo stesso, potere.
Il neuromarketing ha anche analizzato come sia importante comprendere come il cervello umano reagisce ai differenti stimoli visivi al fine di realizzare loghi di sicuro successo.
La prima cosa a cui si presta attenzione sembrano essere i colori e poi le forme. L’immagine che abbiamo così elaborato invia un impulso alla zona del cervello dove vengono processate le emozioni. Alla fine il logo diventa una sorta di persona cara, un amico in cui riponiamo fiducia e il tutto passa dallo stato visivo a quello emozionale.
Logo aziendale: i differenti tipi
Non tutte le aziende decidono di adottare lo stesso tipo di logo, c’è chi preferisce il logotipo, chi il pittogramma, chi il logo combinato. Di seguito e in breve spieghiamo come si presentano.
Il logotipo o logo wordmark non è altro che il nome dell’azienda o del brand scritto con un font particolare e di notevole impatto visivo. Alcune note aziende, a livello internazionale, utilizzano questo tipo di logo, basta pensare a Facebook o alla Disney.
Il pittogramma o logo con icona non è altro che un semplice simbolo, accompagnato da nessuna lettera o nome. Si tratta di un logo più rischioso rispetto al logotipo ma se ben progettato garantisce l’immediata riconoscibilità del brand. Alcune grosse aziende hanno fatto del loro simbolo un punto di forza e il loro successo, si pensi ad esempio alla mela morsa dell’Apple o alla stella a tre all’interno di un cerchio della Mercedes-Benz.
Il logo monogramma scelto per lo più da aziende o brand dal nome troppo lungo o impronunciabile e che consta di una sola lettera, nello specifico dell’iniziale o delle iniziali.
Il logo combinato chiamato così perché nasce dall’unione del nome e del simbolo, tutti insieme all’interno dello stesso logo. Ne rappresentano un esempio quello della Pepsi o del Mc Donald’s.
Lettering o pittogramma: cosa scegliere per il logo
Il logotipo, come già spiegato, non è altro che il nome del brand o dell’azienda. Eppure la scelta di un logo solo testo e la sua progettazione non è affatto semplice. Occorre infatti prendere in considerazione le diverse tipologie di font disponibili in migliaia di varianti, le dimensioni, la spaziatura tra le lettere e gli stili e ognuno di questi trasmetterà un’impronta diversa ai potenziali clienti e dovrà essere inoltre in grado di raccontare la storia del marchio. Altri aspetti sicuramente da considerare sono i colori utilizzati per i caratteri, lo sfondo e la loro facile leggibilità. Il logotipo offre un impatto diretto, una parola secca che però per quanto stilisticamente bella deve anche essere chiara e facilmente leggibile proprio perché riproduce il nome del brand.
Il pittogramma è un simbolo, un’immagine semplice ma accattivante, emblematica di un’azienda che deve saper catturare l’attenzione del target di pubblico a cui l’attività è rivolta. Il simbolo è meno diretto rispetto al lettering e di conseguenza deve essere studiato in maniera perfetta prestando attenzione a qualsiasi particolare, dall’icona ai colori. Un pittogramma di successo deve essere immediatamente distinguibile, indimenticabile e chiaro anche quando riprodotto in dimensioni ridotte. In relazione a quest’ultimo punto quindi è preferibile evitare forme complesse o troppo elaborate.
I vantaggi di combinare al lettering un pittogramma
Nella progettazione dei loghi, sempre più diffuso tra le aziende è la prassi di associare al lettering un pittogramma. Si ha infatti l’idea che un logo combinato renda più l’idea del brand, infatti si ha il vantaggio di associare al nome anche un simbolo. Senza contare che loghi combinati, come quello del Mc Donald’s, danno l’opportunità, a seconda delle circostanze, di utilizzare solo il lettering oppure il pittogramma; per altri invece questo discorso non può essere fatto perché il lettering viene integrato all’interno dell’icona, come nel caso della nota catena di fast food Burger King. Studiando bene l’immagine, il font del lettering, i colori e le proporzioni associare un simbolo al testo può sicuramente rappresentare una scelta azzeccata e di successo, diretta e al contempo completa.
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